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La pietà Rondanini,
imperfetta e ricca di significato

Le seconde medie di fronte all’opera
di Buonarroti ospitata al Castello Sforzesco

Non la perfezione, ma un percorso personale di crescita. È stato educativamente significativo proporre questa chiave di lettura ai ragazzi di seconda media, quando li abbiamo portati, ad aprile, a vedere la Pietà Rondanini custodita al Castello Sforzesco. La visita si è inserita nel percorso di arte e immagine in cui stiamo studiando le opere principali di Michelangelo Buonarroti. In classe avevamo visto insieme anche la Pietà Vaticana, realizzata, nonostante l’incredulità dei suoi contemporanei, dall’artista già in giovane età. In questa Pietà l’artista mira alla perfezione formale, i corpi marmorei sono sapientemente ricreati e lucidati.

Diverso è stato ciò che invece i ragazzi hanno potuto vedere nell’uscita di Milano, chiamati ad ammirare un’altra Pietà, appunto la Rondanini. Questa è stata realizzata dall’artista per sé stesso, e non è compiuta perché Michelangelo sarebbe morto poi prima di terminarla. A vederla dal vivo tutti gli studenti si sono accorti della particolarità di questa statua, dove sono visibili molti ripensamenti e parti mancanti. È difficile capire se è la Madonna a sostenere Gesù o se è lui stesso a sostenerla di fronte al dolore che ha provato per la sofferenza di suo figlio, tema che stava a cuore a Michelangelo anziano e vicino alla morte. 

«Ma come è possibile che ci sia una sala intera di un museo dedicata solo ed esclusivamente ad un’opera così, incompiuta e poco definita?», è la domanda che qualche ragazzo ha sollevato. Lasciare gli studenti lì in silenzio ad ammirare la Pietà, da lontano, da vicino, ridisegnare alcuni dettagli della stessa su un foglio. Girarvi attorno per notare i segni dello scalpello, i ripensamenti e pensare alle domande che attanagliavano Michelangelo quando lavorava questo marmo. Tutto ciò ha favorito un ascolto sincero di quell’opera, proposta perché aiutasse i ragazzi a cogliere la vera origine della sua bellezza. Che non sta nel suo essere perfetta - tema che a volte diventa quasi un’ossessione per i ragazzi nell’età delle scuole medie -  bensì nel percorso personale di crescita, vissuto tanto dall’artista e promesso ad ognuno di loro

Alice Brambilla

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