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La vigilanza vera
è quella della coscienza

L'incontro con Mario Mauro,
già Ministro della Difesa

«L’uomo è uno, è lo stesso che prega e bestemmia, che accarezza e uccide». Lunedì 16 ottobre 2023 gli alunni e le alunne dei Licei del Collegio della Guastalla hanno avuto l’occasione di dialogare con Mario Mauro, già vice-presidente del Consiglio Europeo e già Ministro della Difesa italiano. Tema dell’incontro, il conflitto arabo-israeliano e i fatti del 7-8 ottobre, messi a fuoco con competenza e prospettiva da un ospite che è amico della scuola da anni: non è raro aver incontrato Mauro in passato in altri momenti per gli studenti, per dialogare di questioni internazionali. 

«Se partite dall’Ucraina e disegnate una mezzaluna vi accorgerete che ci sono una serie di conflitti: Nagorno-Karabakh, Siria, Israele e Palestina, e ancora i colpi di stato nel Sahel - ha spiegato Mauro – in fondo legati tra loro. Oggi facciamo un esercizio molto importante: si chiama geopolitica. Le vicende politiche sono sempre influenzate dalla posizione geografica, e il conflitto riesploso in Terra Santa è importantissimo per l’Occidente». «E per quanto antiche siano le cause delle frizioni in questa martoriata terra, partendo dalla diaspora degli ebrei nel I secolo, e poi le crociate, la conquista ottomana, il motivo è geopolitico: quella terra - come l’Ucraina per la Russia - è fondamentale. È stato il crocevia dei passaggi e dei conflitti dei popoli mediterranei».

«Certo, il bisogno di uno Stato per la comunità ebraica è un tema che nel Novecento cresce e si fa sempre più concreto a causa dei ripetuti pogrom contro le comunità ebraiche, soprattutto nell’est Europa. Con la Dichiarazione Balfour del 1917 si apre la concreta possibilità di un “focolare” ebraico in Palestina. La Shoah rende ancor più urgente la domanda di una Terra per gli ebrei, fino all’autoproclamazione nel 1948 dello Stato di Israele, riconosciuto dai paesi occidentali ma non dai paesi arabi, all’epoca animati dalla voglia di creare un unico grande stato arabo che si liberasse dal colonialismo occidentale – il panarabismo». In questo quadro, Israele non era altro che, ancora, il capro espiatorio, seme della divisione del mondo arabo. Rimarrà tale anche negli anni Sessanta, quando collassa l’ideologia panaraba e nasce una fratellanza mussulmana, «per cui il collante di certo mondo arabo diventa l’integralismo islamico – di cui Hamas è una chiara espressione e che non coincide con la Palestina: l’attacco del 7 ottobre è di Hamas!». 

Le problematiche delle relazioni tra le due comunità sono note e profonde: «Comporre questo scontro necessita della comunità internazionale, come abbiamo visto al nord di Israele in cui sono impiegati anche i nostri soldati come forza di interposizione». 

Cosa succederà? «Tutto è collegato e ruota intorno al fatto che l’uomo è uno, è lo stesso che prega e bestemmia, accarezza e uccide. Il male non è geopoliticamente individuabile, il male è dentro di noi e potrebbe fiorire nello scontro e diventare parte integrante del tentativo di soluzione di una controversia. La vigilanza vera è quella della coscienza, perché capendo quello che succede uno può maturare un giudizio vero e fare come fa Unifil: stare in mezzo. È veramente possibile sviluppare una diversa coscienza di sé e rendere possibile una convivenza. È una guerra mondiale a pezzi, ci ha sempre richiamato Papa Francesco, sta a noi raccogliere i fatti e metterli insieme per un giudizio che ci porti a proporre passi di ricostruzione della convivenza civile».

In conclusione il rettore, prof Valenti, ha annunciato che «noi, come Collegio della Guastalla, aderiamo all’invito del cardinale Pizzaballa, già custode di Terra Santa e patriarca di Gerusalemme dei Latini, per la giornata di preghiera e digiuno per la pace in Terra Santa, un segno di unità, del 17 ottobre».


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