11
ott
mer
Andrea Carabelli,
regista e attore
Da quest'anno guiderà anche
il laboratorio teatrale delle terze medie
«Il teatro è conoscenza di sé, dell’altro, del testo. Per questo, associarlo alla didattica è qualcosa di naturale». Andrea Carabelli, regista e attore, da anni collabora con il Collegio della Guastalla, seguendo abitualmente i corsi curricolari e extracurricolari dei Licei. Per l’anno scolastico 2023-24 il suo impiego raddoppia, poiché da qualche giorno ha iniziato a guidare anche il laboratorio teatrale curricolare delle terze medie, favorendo così la concezione verticale che la scuola ha di questo insegnamento: da prima attività di gioco e impersonificazione - alla scuola secondaria di I grado - fino a ora di cura e sviluppo della propria retorica, negli anni del liceo.
Carabelli è attore dagli anni Novanta, e nel suo percorso artistico ha lavorato in tutta Italia con registi come Sandro Lombardi e Franco Branciaroli. Il suo impiego nelle scuole è iniziato ormai 25 anni fa, svolgendo percorsi didattici dalla scuola primaria alla scuola secondaria di I e II grado. «Ci tengo a dire sempre ai ragazzi che in queste ore non facciamo un’attività collaterale alla scuola, solo per alcuni alunni portati per la recitazione. La proposta, anzi, è per tutti, e in particolare alle medie lavoriamo in una forma che i ragazzi sentono molto loro e immediata, il gioco. Il teatro non può prescindere da sua natura e origine, il to play inglese. Chi non ha mai giocato in vita sua? Lo chiedo sempre agli studenti quando iniziamo a lavorare assieme, aprendo così un ponte immediato sull’esperienza che ognuno di loro fa. Ma certo, nei giochi occorre seguire le regole, e qui iniziamo a seguirle. E la prima regola è che a teatro crediamo in quello che facciamo: noi siamo quel personaggio, e il pubblico crederà uguale».
Il testo del laboratorio di quest’anno saranno le Metamorfosi di Ovidio, che andrà in scena a gennaio. «È un’opera difficile, ma perfetta per capire che cosa sia il teatro: è una trasformazione, appunto, una metamorfosi. Ai ragazzi piace sempre come testo perché conoscono l’epica e i miti, ambiti che sentono molto loro. A me è un testo che convince perché fa riflettere: è più facile che a teatro ci si debba chiedere il senso di ciò che si fa, altrimenti non riusciremmo a farlo. E nelle Metamorfosi, tra tante sollecitazioni, la più importante è relativa al senso della realtà e alla possibilità che oltre la realtà materiale ci sia altro».
I ragazzi saranno coinvolti anche loro nella stesura del testo, così come nella creazione di costumi e scenografie. Carabelli poi segue il corso di teatro del Liceo - curricolare nella prima parte dell’anno, opzionale nella seconda. «Il livello di tale laboratorio è più approfondito, ma ha la stessa ipotesi educativa. Lavoriamo di più sulla retorica: mi preme che i ragazzi abbiano chiaro come un discorso o una lezione possano essere detti in un certo modo. Più vero e più tuo».